sabato 18 agosto 2012

Il RICORDO DI JACQUES SULTANA



Ci sono giorni grigi,
quelli in cui ti sembra di avere qualcosa lasciato in sospeso, parole non dette, pensieri non definiti.
Nei giorni grigi ti perdi a seguire le nuvole scure che si muovono silenziose.
Ti sembra di udire delle note in lontananza, negli angoli profondi della memoria.
Ci sono giorni cupi, 
quelli in cui il ricordo di amici lontani, scomparsi all'orizzonte, senza preavviso, si sovrappone ai ricordi di momenti felici, cesellati nella memoria, come preziosi arazzi antichi.
Jacques era così, per come lo conoscevo io, un incontro casuale avvenuto in una Parigi magica, quando visitando una libreria mi apparvero le sue opere.
Fu amore a prima vista.
Un incontro surreale, il nostro, perché in anni di collaborazione il nostro fu un dialogo a distanza; io inviavo mail sognando una collaborazione, lui, gentilissimo e cortese, senza quella arroganza spesso presente in artisti che sanno di essere grandi, rispondeva per lettera, scusandosi per la sua poca dimestichezza con la tecnologia.
Poi molte telefonate, fino a quando comparve anche lui, inesorabilmente, sulle pagine di Facebook.
Ho avuto l'onore di poter esporre le sue opere, divulgare la sua arte ad un pubblico che rimaneva estasiato davanti a tanto talento.
Jacques ci ha lasciati, ma rimarrà sempre con noi, dialogando attraverso la sua arte, mostrandoci quegli angoli della sua casa che conosciamo nei dettagli, e guardando i modelli ritratti, ci sembra ancora di sentire la sua voce in sottofondo.
Un grazie di cuore, caro amico, per ciò che ci hai regalato e per la magia che hai saputo infondere con la tua arte.



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